ITALIENATO (PER VIVERE)
Non è un dialetto o una speranza di vita oltre la Terra. E' il blog degli italiani che si sentono alienati al delirio che li circonda nella propria nazione (e non solo).
TRASLATE PLEASE ITALIENATO!
domenica 27 aprile 2014
Canonizzazione Papi - Come i pellegrini trattano Roma
Siamo al 27 aprile 2014. Canonizzazione di ben due Papi al Vaticano. Fuori dalle mure della città Stato, in Roma quindi, si affollano i pellegrini già da ieri o l'altro ieri. Gli inviati continuano a mandare in Tg delle scene di abbandono e sporcizia per le vie limitrofe alla cerimonia. Un milione di persone quanto può sporcare. A chi toccherà la pulizia? L'Ama spiega che dopo la cerimonia saprà già come comportarsi per una rapida ed efficace pulizia.
sabato 22 settembre 2012
WUH! - Gorilla Sapiens Edizioni
http://www.gorillasapiensedizioni.com/libri/wuh |
WUH! della Gorilla Sapiens Edizioni è un libro che va letto se volete girarvi una città comodamente seduti in poltrona e vivere avventure al limite del surreale. Tra matti veri e sani finti. C'è tanta musica e qualche modo sicuro per mandare tutto storto che poi invece fila liscio, gasato, naturale, chimico o lisergico...
WUH! è un viaggio nella testa di quegli umani che hanno un pensiero fisso, quello di vivere a modo loro, andando contro anche a qualche regola bigotta o legge bacchettona, per cercare un motivo che giustifichi il senso assurdo del mondo, imprigionato nella coppia di amici e nemici, ovvero la vita e la morte.
WUH! di Gorilla Sapiens Edizioni lo trovate qua:
http://www.gorillasapiensedizioni.com/libri/wuh
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sabato 25 agosto 2012
Vacanza a orologeria
La vacanza per noi comuni mortali è a orologeria. Dobbiamo essere proprio squilibrati per stare due settimane bene, poi tre mesi male, poi una settimana bene poi otto mesi male. Estate, poi lavoro, Natale, poi ancora lavoro e di nuovo da capo. Oppure è l'entità superiore che vuole così, ma sì buttiamola nel surreale. Tanto sempre in città tocca tornare e Roma, per chi vive lì, non perdona. Ti aspetta con le braccia incrociate, con aria di sfida mentre batte un piede nervosamente. Già sai che sarà un atterraggio tremendo quello del viaggio di ritorno dalle ferie. Fermarsi troppo fa peggio. Fai un mese di vacanze, poi lo vedi che succede. La soluzione sarebbe essere talmente libero, da non avere obblighi comuni per campare, tipo un affitto da pagare, le tasse, qualche gerit così tanto per non stare mai troppo bene, le spese, la spesa al supermercato e tutto quello che si brama durante l'anno, ma che in tanti casi non si ottiene neanche in vacanza. Le solite convinzioni tipo scappare all'estero, quella più famosa è il buzzichetto, il chiosco, dove vendere granite, mentre il mare solletica la mente anche attraverso gli occhi. Lo sguardo però torna serio. Cosa mi aspetterà in città, ora che l'ho abbandonata per due settimane? Roma è più generosa di quello che sembri, ma anche molto, molto, molto permalosa.
martedì 21 agosto 2012
Roma ad agosto in vacanza
Roma ad agosto è in vacanza. Da noi cittadini. Riesce a respirare perchè non è costretta a sorreggere il peso di uno strapopolamento. Le strade si svuotano, ma si riempiono di pochi incoscienti che nella via libera vedono una valvola di sfogo. I marciapiedi si allargano e passeggiando si può guardare il cielo senza franare addosso a qualcuno che ti viene incontro e che va chissà dove per i fatti suoi. E magari ti allunga anche un taccitua (una specie di fuck you, per gli amici stranieri, ma molto più caratteristico, da usare con parsimonia perché un romano lo accetta pienamente solo da un altro romano). C'è molto caldo è vero e il centro, bellissimo!, è infossato in sette colli, ma per rimediare si può bere una boccia d'acqua (una bottiglia, sempre per gli amici stranieri), una birretta (a little beer), rinfrescarsi con una grattachecca (tipo granita, ma più imperiale) o darsi una rinfrescata con uno dei tanti nasoni (le caratteristiche fontanelle romane, dette così per il beccuccio che sembra un naso), dove allo stesso tempo si può bere premendo il foro grosso, ma occhio allo zampillo, a volte poderoso, che potrebbe colpire uno dei pochi e stressati passanti con il rischio di un taccitua. Già perché a Roma c'è poca gente ad agosto, ma c'è sempre un sacco di cose da fare, perché è pieno di turisti e anche perché il romano è sfinito dalla vita affollata che i suoi milioni di concittadini lo costringono a fare e non vede l'ora di godersi la tranquillità della città eterna scansando magari il tanto desiderato mare. Gli autobus sarebbero più sgombri, o colmi ma di turisti sempre diligenti, ma, scherzetto!, ne passano di meno e vale anche per gli altri mezzi pubblici, perché ogni romano che si rispetti ad agosto merita un attimo di tregua, così perché non anche loro? Quindi accontentiamoci perché Roma ad agosto splende come un pavone che mostra le penne per una conquista. Monumenti, palazzi storici e locali di ogni sorta si lasciano apprezzare come donne che hanno appena scelto un pretendente. Le strade sono sempre pericolose e anche la notte, ma le auto sono meno e i controlli non mancano. Attenti sempre alla borsetta, è una metropoli che si rispetti, e per il resto ave Roma!
p.s.: dimenticavo a quel mio concittadino che m'ha buttato giù il motorino e non mi ha lasciato neanche un bigliettino, taccitua!
p.s.: dimenticavo a quel mio concittadino che m'ha buttato giù il motorino e non mi ha lasciato neanche un bigliettino, taccitua!
lunedì 20 agosto 2012
Poste Italiane - come sopravvivere alla fila per i conti correnti
Le Poste Italiane lo sappiamo tutti hanno su di noi lo stesso impatto che ha l'Italia su uno straniero. Bella da fuori, ma difficile da gestire all'interno. Una fila alle Poste può durare anche due ore ed è terribilmente osceno che una persona che deve spendere del denaro, debba farlo oltretutto mettendoci sopra anche dei malumori e un bisogno di resistenza alla fatica.
Fatica che si materializza nell'assenza magari dell'aria condizionata o dei seggiolini oppure della cassiera, esempio classico italiano di lavoratore, che le sembra tutto dovuto e quindi debba metterci il tempo che vuole a liquidare qualcuno. Pretendendo il massimo dal contratto lavorando il minimo garantito perché in Italia tutti dicono che i lavoratori sono sottomessi. Da chi? Se fosse così allora addio tredicesime e quattordicesime. Forse la vera fonte di queste ingiustizie è l'ignoranza e la mancanza codarda di un paragone con gli Stati limitrofi e lontani.
COME FARE PER SOPPORTARE UNA FILA OPPURE ADDIRITTURA SCHIVARLA?
Il metodo che funziona meglio, ma suscita malumori in quelli che non ci hanno pensato e in tutti gli onesti stufi del sistema italiano, è quello di accodarsi nelle casse per le raccomandate. Lo so, è immorale e cattivo nei confronti del prossimo. Ma una soluzione pulita c'è anche qua. Aspettate di pagare i conti correnti, quando avrete anche una raccomandata, spero per voi e anche per me non della Gerit!, e allora lì la cassiera (o il cassiere vale anche per sopra) scrupoloso e annoiato non potrà battere ciglio perché non si possono fare due volte la stessa fila per un motivo simile. Attenti però a non accumularne più di cinque però, altrimenti dovrete comunque fare due volte la fila!
Fatica che si materializza nell'assenza magari dell'aria condizionata o dei seggiolini oppure della cassiera, esempio classico italiano di lavoratore, che le sembra tutto dovuto e quindi debba metterci il tempo che vuole a liquidare qualcuno. Pretendendo il massimo dal contratto lavorando il minimo garantito perché in Italia tutti dicono che i lavoratori sono sottomessi. Da chi? Se fosse così allora addio tredicesime e quattordicesime. Forse la vera fonte di queste ingiustizie è l'ignoranza e la mancanza codarda di un paragone con gli Stati limitrofi e lontani.
COME FARE PER SOPPORTARE UNA FILA OPPURE ADDIRITTURA SCHIVARLA?
Il metodo che funziona meglio, ma suscita malumori in quelli che non ci hanno pensato e in tutti gli onesti stufi del sistema italiano, è quello di accodarsi nelle casse per le raccomandate. Lo so, è immorale e cattivo nei confronti del prossimo. Ma una soluzione pulita c'è anche qua. Aspettate di pagare i conti correnti, quando avrete anche una raccomandata, spero per voi e anche per me non della Gerit!, e allora lì la cassiera (o il cassiere vale anche per sopra) scrupoloso e annoiato non potrà battere ciglio perché non si possono fare due volte la stessa fila per un motivo simile. Attenti però a non accumularne più di cinque però, altrimenti dovrete comunque fare due volte la fila!
domenica 19 agosto 2012
Rateizzare Equitalia
C'è qualcosa d'incredibile dietro il rateizzare di Equitalia. Oltre la montagna di carta ovviamente sprecata.
Il mio caso è quello classico. Vai alla maledetta posta con quel talloncino e scopri una cartella lunga un metro del quale non sapevi nulla. Ovviamente con ipoteca a casa, non dovuta perché sotto gli ottomila, e una minaccia di bloccarmi anche l'automobile se nei tempi previsti, pochi giorni, non avessi provveduto a pagare il tutto.
La cosa più esilarante, c'è rimasto solo da ridere, è il contocorrente postale con una cifra tipo cinquemila euro, ma si può andare in posta e sborsare una cifra simile? C'è qualcuno che lo fa o lo ha fatto? Cioè, uno fa la fila, poi l'impiegata infila il contocorrente nella macchina, dà la cifra e tu cacci sull'unghia che so, cinquemila euro? In biglietti da? Quasi quasi allora converebbe diventare riciclatori di denaro, vista la prassi, converrebbe a tutti o no?
No, mi fa troppo ridere: cartella da seimila euro, contocorrente allegato, ok vado in posta e saldo. Finito. Maddai!
La situazione normale invece è andare in sede e fare una fila disumana con accanto casi umani, se non di più di te, e aspettare di sapere che fine ci aspetta.
La fila della rateizzazione è quella che ci mette di più in assoluto, anche se arrivi per primo, e fai anche la fila fuori lo sciagurato palazzo, non è detto che te la cavi con meno di quattro o cinque ore di attesa.
Finalmente tocca a te. Un impiegato avaro di parole, chi non lo sarebbe lavorando per Equitalia, chiunque ha la coda di paglia, smanetta su un computer raccontandoti di un'ipoteca che non sapevi. E perché non la sapevi? Non è compito di Equitalia informarti. E di chi? Ci devi pensare da solo. Altra fila massacrante? Lasciamo stare. Poi l'impiegato del diavolo ti chiede quante rate. Cosa rispondere in un periodo simile? Vorresti saldare tutto subito, ma allora lo avresti fatto in posta con soldi sporchi, e invece ti tocca il rateo più lungo possibile, ovvero quattro anni se sei un contribuente qualsiasi. Altrimenti potresti anche sei anni, ma ti servirebbe il caf del seo. Che? Così dice l'impiegato.
Ci stai un'ora, tra i lamenti lontani delle altre anime perse in Equitalia. Finalmente esci con qualcosa in mano, un cedolino da saldare il mese seguente e la tua auto nel garage pronta ancora a seguirti in qualche avventura.
Quando ho finito, l'impiegato del terrore mi racconta che potevo andare sul sito ufficiale, cercare un numero telefonico e mettermi in contatto con un addetto per un appuntamento pomeridiano, infatti nelle ore dopo il pranzo si dedicano alle rateizzazioni.
Sarà vero? Ci sarà da fidarsi.
E, anche se fosse, quando me lo dici?
Non potevi affiggerlo nella bacheca dell'infausto palazzo, ce n'è di tempo per leggere là?
Oppure non potevi scriverlo nella cartella, magari allegando la prassi vicino o al posto del conto corrente postale?
Il mio caso è quello classico. Vai alla maledetta posta con quel talloncino e scopri una cartella lunga un metro del quale non sapevi nulla. Ovviamente con ipoteca a casa, non dovuta perché sotto gli ottomila, e una minaccia di bloccarmi anche l'automobile se nei tempi previsti, pochi giorni, non avessi provveduto a pagare il tutto.
La cosa più esilarante, c'è rimasto solo da ridere, è il contocorrente postale con una cifra tipo cinquemila euro, ma si può andare in posta e sborsare una cifra simile? C'è qualcuno che lo fa o lo ha fatto? Cioè, uno fa la fila, poi l'impiegata infila il contocorrente nella macchina, dà la cifra e tu cacci sull'unghia che so, cinquemila euro? In biglietti da? Quasi quasi allora converebbe diventare riciclatori di denaro, vista la prassi, converrebbe a tutti o no?
No, mi fa troppo ridere: cartella da seimila euro, contocorrente allegato, ok vado in posta e saldo. Finito. Maddai!
La situazione normale invece è andare in sede e fare una fila disumana con accanto casi umani, se non di più di te, e aspettare di sapere che fine ci aspetta.
La fila della rateizzazione è quella che ci mette di più in assoluto, anche se arrivi per primo, e fai anche la fila fuori lo sciagurato palazzo, non è detto che te la cavi con meno di quattro o cinque ore di attesa.
Finalmente tocca a te. Un impiegato avaro di parole, chi non lo sarebbe lavorando per Equitalia, chiunque ha la coda di paglia, smanetta su un computer raccontandoti di un'ipoteca che non sapevi. E perché non la sapevi? Non è compito di Equitalia informarti. E di chi? Ci devi pensare da solo. Altra fila massacrante? Lasciamo stare. Poi l'impiegato del diavolo ti chiede quante rate. Cosa rispondere in un periodo simile? Vorresti saldare tutto subito, ma allora lo avresti fatto in posta con soldi sporchi, e invece ti tocca il rateo più lungo possibile, ovvero quattro anni se sei un contribuente qualsiasi. Altrimenti potresti anche sei anni, ma ti servirebbe il caf del seo. Che? Così dice l'impiegato.
Ci stai un'ora, tra i lamenti lontani delle altre anime perse in Equitalia. Finalmente esci con qualcosa in mano, un cedolino da saldare il mese seguente e la tua auto nel garage pronta ancora a seguirti in qualche avventura.
Quando ho finito, l'impiegato del terrore mi racconta che potevo andare sul sito ufficiale, cercare un numero telefonico e mettermi in contatto con un addetto per un appuntamento pomeridiano, infatti nelle ore dopo il pranzo si dedicano alle rateizzazioni.
Sarà vero? Ci sarà da fidarsi.
E, anche se fosse, quando me lo dici?
Non potevi affiggerlo nella bacheca dell'infausto palazzo, ce n'è di tempo per leggere là?
Oppure non potevi scriverlo nella cartella, magari allegando la prassi vicino o al posto del conto corrente postale?
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Surf Couch - Come viaggiare con pochi euro
Giravo per la rete. Cercando qualcosa che unisse un viaggio con un'esperienza e con questa crisi che non abbiamo creato noi, ma alla quale dobbiamo fare le onoranze perché c'è e si vede. Bene, ho scoperto il surf couch oppure couch surfing, come preferite. In pratica, c'è un tizio, in qualche parte del mondo che v'interessa, disposto a mettere in mezzo un divano per ospitare qualcuno di completamente sconosciuto, ma noto sul sito dove si è scovato il nuovo possibile amico.
Certo, noi di Roma, siamo un tot diffidenti visto quello che si sente al tg in merito alla capitale.
Però ogni luogo è paese, perciò perchè non tentare?
L'unica cosa da tenere sotto controllo è quel divano offerto, dove sta in casa e in che condizioni e poi magari invece è un letto. Su quei siti c'è scritto tutto tanto, basta mettersi in contatto.
Contro la crisi, c'è il contatto, non lo abbiamo capito?
Bisogna fidarsi, altrimenti si perderà un'avventura!
Fatemi sapere se vi lanciate!
Certo, noi di Roma, siamo un tot diffidenti visto quello che si sente al tg in merito alla capitale.
Però ogni luogo è paese, perciò perchè non tentare?
L'unica cosa da tenere sotto controllo è quel divano offerto, dove sta in casa e in che condizioni e poi magari invece è un letto. Su quei siti c'è scritto tutto tanto, basta mettersi in contatto.
Contro la crisi, c'è il contatto, non lo abbiamo capito?
Bisogna fidarsi, altrimenti si perderà un'avventura!
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